Diabete

Topinambur come rimedio al diabete

Un'alimentazione sana e naturale può aiutare nel controllo del diabete, aiuta a prevenire alcune complicanze e a controllare meglio la propria glicemia, ma soprattutto può migliorare la qualità della propria vita. Non dimentichiamo che una buona e sana alimentazione è consigliabile a tutti e non solo ai diabetici. Il topinambur grazie a un altissimo contenuto di inulina è particolarmente adatto ai diabetici.

Hanno fatto scalpore le numerose comunicazioni di guarigione dal diabete, dovute semplicemente all’uso quotidiano del Topinambur come alimento, perché è noto che il diabete è una malattia pressoché inguaribile. Altrettanto è avvenuto e avviene a proposito di molte nefriti, gradatamente migliorate grazie al topinambur.

A che cosa si deve questo?

Il topinambur contiene in quantità particolarmente elevata la BIOTINA (vitamina H), la cui mancanza nell’alimentazione produce: stanchezza, inappetenza, sonnolenza, dolori muscolari. Secondo il prof. Boas, il topinambur contiene da 15 a 20 volte più Biotina della patata. È una vitamina che resiste a tutte le cotture, la cui azione è quella di stimolare il ricambio materiale in genere.

La sostanza principale del topinambur è uno zucchero speciale: il fruttosio (o levulosio). È uno zucchero diverso da quello normale che ha la proprietà di essere assorbito dall’organismo senza pesare sull’attività del pancreas, attività compromessa nei diabetici. Per il diabetico significa semplicemente che questo fruttosio migliora il rifornimento del fegato in fatto di glicogeno (sostanza di riserva), preservando così dal pericolo di coma e di acidosi. Questo fruttosio si trova nel topinambur sotto forma di un prodotto di condensazione che viene chiamato INULINA (da non confondere con la “insulina”, che è l’ormone col quale si cura il diabete.

Questa Inulina è il prodotto che si forma nei topinambur per condensazione del fruttosio, così come l’amido comune è il prodotto di condensazione di uno zucchero meno digeribile: il glucosio. È infatti il glucosio non assimilato che ingombra il sangue e i tessuti del diabetico con la sua presenza in quantità anormale. Il glucosio deve quindi essere eliminato dalla dieta del diabetico, ma siccome non si può vivere senza una qualche forma di sostanza zuccherina, ecco che viene in aiuto il topinambur, il quale dimostra che nell’organismo umano vi è un ciclo di ricambio e di assorbimento indipendente dalla presenza di insulina, cosicché il fruttosio viene utilizzato anche dall’organismo del diabetico, nonostante la insufficiente presenza di insulina.

È stato calcolato che una dose di 50g. giornalieri di fruttosio puro, pari a 250 g di topinambur, se presa in quantità ripartite durante la giornata, viene utilizzata perfettamente, indipendentemente dalla presenza di insulina. Così l’organismo può ricostituire le riserve del fegato in fatto di glicogeno e tenersi nella normalità. Naturalmente l’amido del topinambur non è tutto Inulina; vi si trova anche l’amido che parte dal glucosio, tuttavia ha un enorme vantaggio (unico di questo prodotto): avere i due tipi di amido nella proporzione di 3:2, cioè tre parti di Inulina contro due di amido.

Questo vantaggio non concerne soltanto i diabetici; il miglioramento dell’intero ricambio materiale viene a giovare anche ai sofferenti di fegato, della bile e di stomaco. La conclusione è che la sostanza zuccherina di riserva del fegato (il glicogeno) si forma anche con la condensazione del fruttosio oltre che con quella del glucosio e si ha così modo di ricorrere ad una alternativa nella dieta per tutti coloro che utilizzano male il glucosio. Per non andare troppo oltre in dettagli medici, sottolineamo che il topinambur non va preso soltanto come una medicina, ma è un prodotto dietetico salutare per tutti, che sarebbe consigliabile introdurre nelle nostre mense. In ogni caso, è bene tenere presente che il topinambur contiene anche un particolare fermento, detto inulase, particolarmente utile nel processo digestivo e che normalmente non esiste nell’apparato digerente dell’uomo; perciò si deve badare a non distruggerlo con errate manovre culinarie. Questo fermento viene distrutto se la temperatura supera i 55 gradi, oppure anche in presenza di acidi.

Fonte: www.dinamolisi.it